La riflessione accademica ha messo in luce la necessità dell’analisi di genere dei conflitti armati, mostrando come guerre e violenze incidano in modo diverso su donne e uomini e come tali differenze debbano orientare politiche di ricostruzione e prevenzione. La ricerca dimostra infatti che esiste un forte legame tra disparità di genere e propensione alla conflittualità e che la guerra può determinare importanti opportunità di trasformazione sociale. Da ciò deriva l’importanza di riparazioni post-conflitto che siano gender-sensitive, capaci cioè di riconoscere le diverse esperienze delle vittime e di prevenire la reiterazione di strutture discriminatorie nella ricostruzione. Il numero speciale raccoglie contributi che esplorano tali dinamiche in differenti prospettive disciplinari, evidenziando l’importanza di ripensare le riparazioni come processi trasformativi, capaci di promuovere l’agency femminile e sostenere il cambiamento strutturale nelle società colpite dal conflitto... (segue)
L'articolo analizza alcuni aspetti della condizione delle vedove di guerra nel corso del Primo conflitto mondiale in Italia. Partendo dalla ricostruzione della difficile situazione istituzionale e legislativa del sistema dell'assistenza pubblica tra il 1915 ed il 1918... (segue)
This article examines the evolving landscape of post-conflict justice through the lens of Russia’s invasion of Ukraine, highlighting the long-term environmental and gendered impacts of war. It critiques traditional legal frameworks for failing to... (segue)
The absence of a gender definition in the draft Crimes Against Humanity treaty raises concerns about narrowing accountability for gender-based crimes, despite the Rome Statute’s express definition in Article 7(3). This omission risks... (segue)
This article examines the concept of reparation within transitional justice through a gender-sensitive lens, with a particular focus on the role of art as a form of symbolic reparation for women who have survived armed conflict. It traces the evolution... (segue)
This essay explores the moral and juridical trajectories of five actresses—Audrey Hepburn, Jane Fonda, Vanessa Redgrave, Glenda Jackson, and Angelina Jolie—who transformed cinematic visibility into political and legal dissent. From Hepburn’s humanitarian ethics rooted... (segue)
Il contributo analizza, in una prospettiva storico-giuridica, l’evoluzione delle politiche... (segue)
The innovation brought by the International Criminal Tribunal for Rwanda to the recognition... (segue)
Women’s specific experiences and redress needs remain under-addressed both nationally... (segue)
The theoretical framework encompassing reparations in both legal and ethical... (segue)
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