
L'assetto del Parlamento costituisce un nodo ancora irrisolto del nostro sistema costituzionale. La sua configurazione, basata sulla parità di posizione e funzioni delle due Camere elettive, espressione di un complesso e faticoso compromesso in Assemblea costituente e ulteriormente rafforzata a seguito dell'entrata in vigore della l. cost. 2/1963, è stata definita, anche in un'ottica comparatistica, atipica e giustificata, oltre che come omaggio alla tradizione, quale antidoto a possibili degenerazioni assemblearistiche: in questo senso, due Camere avrebbero consentito «una forma più articolata di checks and balances all'interno della stessa struttura parlamentare; e questo spingeva a ricercare gli elementi di differenziazione tra le due Camere essenzialmente sul terreno elettorale, in modo da consentire due "rappresentazioni" diverse e, al limite, contrapposte della stessa base popolare». Come è noto, nel testo costituzionale vi sono elementi di differenziazione solo marginali e a volte espressione di voti del tutto casuali in Assemblea costituente «ma tutti recanti frammenti significativi delle istanze che nella storia hanno radicato le esperienze bicamerali». Tra questi, per inciso, uno è particolarmente discutibile, ovvero quello relativo alla differenza dei corpi elettorali che appare oggi davvero anacronistico; da parte sua, l'elezione a base regionale del Senato, lungi dall'avere assicurato un collegamento forte tra la seconda Camera e le istituzioni territoriali, ha finito per atteggiarsi come un vincolo non irrilevante alla legislazione elettorale, anche se appare tutt'altro che scontato che detta locuzione imponga un meccanismo di assegnazione dei seggi solo su base territoriale (cfr. infra, par. 2). Né d'altra parte è mai stata percorsa a livello legislativo la proposta di tradurre tale previsione in una limitazione dell'elettorato passivo al Senato in favore di soggetti espressione delle comunità regionali. Si è così osservato che le differenze più significative tra Camera e Senato sono quelle derivanti dai regolamenti parlamentari; da questo punto di vista, come si dirà, la recente revisione del regolamento del Senato del 2017 appare, in qualche misura, ambivalente… (segue)
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